Type:
Country:
Categories:
Exhibition Type:
How many exhibition works:
- 10 - 19
Mercoledì 3 luglio 2024 alle ore 21:00 presso lo spazio espositivo Pallavicini22 Art Gallery in Viale Giorgio Pallavicini 22 a Ravenna, si inaugura la personale di Paolo Capponcelli “I TACCUINI DELLA DARSENA”, a cura di Luca Maggio. Il catalogo della mostra, con progetto grafico di Claudio Calari, riporta il testo critico di Luca Maggio accompagnato da una nota dell’artista.
La mostra rimarrà allestita fino a giovedì 11 luglio e sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 19 alle 22. Ingresso libero.
La sera di lunedì 8 luglio alle ore 20.30 presso la sala convegni dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale in Via Antico Squero, 31 a Ravenna è programmata una conversazione fra Luca Maggio e Paolo Capponcelli. Artista e curatore saranno presenti fin dalle ore 20 nell’area antistante per godere delle luci e dei colori del tramonto sulla darsena di città.
L’evento, promosso e organizzato da CARP Associazione di Promozione Sociale in collaborazione con lo Spazio Espositivo PALLAVICINI 22 Art Gallery, con l’Archivio Collezione Ghigi-Pagnani e con Felsina Factory, si avvale del patrocinio del Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura, dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale e del sostegno di SAGEM SRL. .
La Mostra
Lo spazio espositivo Pallavicini 22 accoglierà la prima mostra dedicata ai taccuini di Paolo Capponcelli dopo la prima presentazione del volume “Mille disegni dal vero. Architetture Luoghi Personaggi. Carnets 1980/2023, Forlì 2024” presso il Museo Civico Archeologico di Bologna lo scorso 16 maggio.
Capponcelli ha una passione antica per Ravenna, frequentata sin da giovane e da lui detta “città fuoriserie dell’Emilia-Romagna avendo monumenti originali, unici al mondo per importanza storico artistica”. Ma è la Darsena ravennate il cuore pulsante del suo ritrovarsi, il dichiarato suo “vero amore”. Prendere la bicicletta e raggiungere ogni volta che gli è possibile questo quartiere della città rappresenta per lui una pratica di libertà “perché”, dice, “pur avendo dei legami di conoscenza, non ho altro interesse se non quello di scoprirne i luoghi”.
Le “mezze ore” sue, volte a delineare gli edifici che ne costituiscono il paesaggio antropico-naturale, come il palazzo condominiale a mosaico di Cino Zucchi, o quello dell’Autorità Portuale, o i pub e i locali che nel tempo hanno aperto riconvertendo vecchi magazzini dismessi, o altri colmi di fascinazione proprio perché in stato di abbandono, come il cosiddetto Sigarone insieme a ulteriori lacerti industriali, o gli oggetti mobili come la nave Lady Aziza e il Moro di Venezia, gli hanno suggerito, partendo da disegni di circa 15x20 cm, gli ingrandimenti su plexiglas (circa 50x80 cm) di questa esposizione, con stampe ora più lucide per restituire la liquidità marina e cromatica degli originali, ora più opache per i bianchi e neri delle piattaforme e dei pozzi di estrazione di idrocarburi.
Per Capponcelli “il disegno è libero da regole” e “disegnare dal vero” è “atto (…) indispensabile”. Lo emoziona, senza pudore nel dichiararlo. Non parte con atteggiamento analitico, non registra solo al fine di mere progettazioni future. E non avverte questo come difetto, essendo in buona compagnia: esempio, Louis Kahn, di cui cita in un suo testo “i bei disegni pittorici (…) a Corinto” quali “pitture di emozione”. Questo non esclude che, a posteriori, alcuni frammenti raccolti si siano tradotti secondo i moti carsici e bizzarri della memoria in realizzazioni attuate come PANSTUDIO, dalla sala interrata della Pinacoteca di Bologna in cui viene reinterpretato il soffitto dell’auditorium del Louvre dell’architetto Pei, alle rampe pavimentali di Piazza Nettuno che custodiscono le reminiscenze “di situazioni analoghe ad Arezzo e a Pistoia dove i piani inclinati incontrano le gradinate ritagliandole geometricamente.”
Curator :
Artist:
Sono nato a Decima di San Giovanni in Persiceto (Bologna) il 28 maggio 1952 in casa dei nonni paterni, figlio di Odino e Rina Vecchi. Con loro ho imparato a disegnare in viaggio.
Con la maestra Melli alle elementari cominciai a disegnare dal vero i mazzi di fiori. Da allora non ho più smesso di rappresentare ciò che vedevo con carta e matita. Sentii per la prima volta le Danze di Brahms, Il principe Igor di Borodin e l’ouverture de La gazza ladra di Rossini ai matinée del Teatro Comunale fissando indelebilmente le melodie. Alle medie, nel 1963, mi fulminò sulla via di scuola, “Please please me” udita alla radio dell’edicola dell’Arco del Meloncello del Dotti, l’architetto della Basilica di San Luca. Al liceo Augusto Righi il maestro Giovanni Barbieri, allievo di Morandi, mi iniziò all’Arte. Collezionai la piccola enciclopedia “Élite” dei Fratelli Fabbri e tutti i “Maestri del colore”. Durante il corso di laurea in Architettura a Firenze, concluso nel 1977, visitai due volte la Finlandia di Alvar Aalto passando per le tensostrutture olimpiche di Frei Otto a Monaco. Dal 1977 collaborai alla redazione della rivista PARAMETRO partecipando a concorsi di architettura con gli architetti Giuliano e Glauco Gresleri. Giorgio Trebbi mi affidò nel 1980 l’incarico del mio primo allestimento espositivo: lo stand inaugurale del centro studi dell’abitare “OIKOS” al SAIE ospitato nel ricostruito Padiglione dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier.
Ho lavorato per il Comune a Bologna prima con Pierluigi Cervellati e dopo, partecipando attivamente alla stesura del PRG 1985. Nel 1987 sono stato il più giovane capogruppo invitato alla 17° Triennale di Milano sul tema “Le Città Immaginate” con un progetto sull’asse viario Fiera - Stalingrado. Dopo questa esperienza e un viaggio di studi all’IBA di Berlino, disegnai con un grande compasso il piano urbanistico del quartiere semicircolare della Dozza posto sull’imbocco dell’autostrada per Padova.
Con Mauro Dalloca e Cesare Mari, compagni di studi, fondammo nel 1979 PANSTUDIO architetti associati, un sodalizio che opera nei campi dell’architettura ma che si caratterizza per un’intensa attività legata alla museografica e all’exibition design. Tra i musei realizzati ricordo l’ampliamento della Pinacoteca Nazionale di Bologna (premio Marble Awards / Carrara), Il centro Giorgio Morandi a Grizzana, il MUSAS di Santarcangelo, Il Museo delle Erbe a Villanova di Bagnacavallo, il Museo della Musica a Bologna, Il Museo delle Madri a Capua e il Museo Rossini di Pesaro. Abbiamo progettato la nuova sistemazione di Piazza Nettuno, la biblioteca della ex Sala Borse nel 1992 e il Parco del Cavaticcio rimettendo in luce l’antica Darsena bolognese del canale navile. PANSTUDIO Ha vinto il primo premio del Concorso internazionale per il Museo Archeologico di Bari in Santa Scolastica. Tra gli edifici realizzati, il palazzo per abitazioni “ex cinema” di Zola Predosa (selezione architettura Regione Emilia Romagna 2012) e Villa Brunelli alla Ponticella di San Lazzaro. Tra le centinaia di mostre temporanee allestite ricordo “E. Hopper” e Vivienne Westwood” a Milano / Palazzo Reale “e la “Biennale Cinema di Venezia 2001- Lido”.
Con alcuni colleghi artisti ho partecipato nel 2014 alla mostra “Archi pitture in concerto” presso Il Museo Lercaro con pitture e collage astratti. Claudio Calari colse nelle nostre opere nessi musicali che trascrisse in specifiche composizioni Jazz.
Da allora mi piace disegnare dal vero anche a teatro e colorare musicisti e orchestre, cosa che non ho mai fatto in precedenza, sia nelle rassegne musicali di Bologna che al Ravenna Festival. Il 16 maggio scorso ho finalmente dato alle stampe il mio libro catalogo di disegni dal vero che raccoglie anche una cospicua mole di schizzi fatti a Ravenna e dintorni, mia seconda città dal 1993. Dal piccolo “Taccuino della Darsena” prodotto prima della pandemia ho ricavato le opere esposte in mostra.
Paolo Capponcelli Bologna, 3 luglio 2024
Viale Giorgio Pallavicini 22, Ravenna
- 711 reads